giovedì 13 settembre 2007

Solo davanti all’abisso

Le catene erano praticamente senza peso. Dorate e decorate fino allo spasimo dei sensi, elaborate fino al virtuosismo. L'intarsio appositamente concepito raccontava ogni evento dal Gran Dibattito fino alla Sconfitta prevista. La luce emanata turbava i suoi sensi abituati alla fuggente ombra del suo Palazzo.
Le ceneri di Genhinnom,la sua adorata capitale, davanti ai suoi occhi. Ogni uomo e donna risvegliato nella conoscenza universale, trucidato. Lo stesso Palazzo distrutto pietra dopo pietra, con meticolosa precisione e onta più gravosa, scomposto negli elementi base e annichilito anche nel ricordo di tutti. Lui soltanto sarebbe stato il depositario del ricordo dell'esistenza del Palazzo d'Ombra, la sua reggia dove aveva sognato con tutto se stesso di cambiare le cose, di dare all'Uomo ed all'Universo intero un aspetto più libero. Cenere e morte era tutto quello che ne rimaneva.
Michele, in tutta la sua possanza, stava in piedi davanti a lui. La Spada Infuocata impallidiva, in presenza della Stella del Mattino. Anche nella sconfitta certe cose non cambiavano. Ma non fu quello a notare il Principe degli Sconfitti, solo e circondato da mille schiere di Malhim, sotto lo sguardo e lo scherno dell'Intera Schiera Lealista. Ma niente toccava Lucifero. Il suo sguardo verso l'Abisso aperto sotto di lui e colmato con i suoi amati fratelli e sorelle Caduti.
Alzò lo sguardo verso il suo vincitore. Fu quella espressione a ferirlo nel profondo del suo cuore. Gli occhi del Generale nemico, velati di lacrime.
Blanda ed annoiata tristezza. L'Arcangelo Michele, vecchio luogotenente nei tempi antichi, provava per lui compassione.
"Michele, adorato Michele, non guardarmi in quel modo... Non guardarmi così... te ne prego dolce fratello mio" pronunciò le parole usando l'alternarsi delle stagioni. Un autunno imperituro. Giorni di pioggia e nebbia. Il tutto contenuto negli occhi acquei della Stella del Mattino in catene. I suoi poteri erano soltanto un pallido ricordo di quelli del loro primo scontro. Le sue parole scossero Michele, ma fu il Primo fra i Caduti a nascondere la sua debolezza agli occhi dell'Esercito Lealista. L'affetto per lui, era ancora tanto, troppo forte. Umiliarlo ancora una volta avrebbe reso soltanto più greve il suo senso di colpa. Guardo la Bocca dell'Abisso. Pianse dentro. Pianse per i suoi fratelli, per le sue sorelle... e per...
"Sei soltanto un Caduto come gli altri, niente di più. Io non capisco perché ti diamo tanta importanza. Dovresti essere stato semplicemente isolato dagli altri, nell'Abisso. Invece..." tronfio ed annoiato, l'Arcangelo fece molte pause, calme e decorate da sorrisi insipidi. La sinfonia delle stagioni cambiò in primavera. Una primavera senza temporali o acquazzoni, liscia ed inutile come la stupenda armatura immacolata e perfetta dell'Arcangelo. Nemmeno un colpo aveva raggiunto il Generale Leale, ben difeso da un nugolo di Angeli Assassini Malhim appositamente scelti tra i più terribili.
"Ancora una volta, Illuminato Arcangelo Michele, sbagli. Tu servi il Suo Volere Incarnato. Devi gioire per ogni azione, per ogni incarico che ti viene affidato da Lui. Ma soprattutto tu non ti sei mai realmente fermato a riflettere su quanto sia Saggio e Onniveggente. Noi possiamo soltanto sperare di avvicinarci a Lui. Io ci ho provato e sì ho fallito. Ma tu, amato fratello, non lo hai mai fatto. Non esiste una creatura qui del giardino terrestre che non ti sia superiore... e te lo dico con il dispiacere di un primogenito che adora i suoi fratellini più piccoli. Per l'amore che mi lega a te, te ne prego, amato, non guardarmi in quel modo. Abbi dignità. Sii altero e fiero. Sii quello che vuoi. Ma non bagnarmi con le molli lacrime della tua compassione. Lui non ha mai provato compassione per noi, tanto meno per me...Ti prego di fare altrettanto. Sai bene che non sono le tue lacrime che desidero." l'Autunno si fece inverno. Bufere di neve sconvolsero il manto del Pianeta provato dalla battaglia campale. Raggiunse con un refolo di vento le guance dell'Arcangelo. Lo baciò con labbra eteree. Mise tutto se stesso in quell'ultimo gesto di amore per lui, tutta la passione che gli era ancora rimasta dentro.
"Taci Lucifero. Non ti è concesso nemmeno nominarlo. Hai scelto di abbandonarLo, e di abbandonare la Sua Grazia. Tu sei nulla. Sei una ombra perduta, niente di più La Luce non colpirà più i recessi della tua anima svuotata e dannata. Sei un ramingo..." l'espressione triste dipinta sul volto bellissimo dell'Angelo non mutò, ma le sue labbra mal celarono un sorriso di superiorità sprezzante.
La Stella del Mattino chinò il capo. Michele era davvero perduto. Lo aveva sempre saputo. Ma riscoprirlo ancora una volta lo tormentò ancora di più. Sentì il vuoto dell'Abisso richiamarlo. E per quanto l'assenza completa di vita ed energia, la stasi assoluta lo atterrisse, si sentiva irresistibilmente attratto verso quel Pozzo di Nulla. Tutte le anime dei suoi fratelli e sorelle che avevano fino all'ultimo creduto in lui, erano là, seppellite nel Vuoto Sempiterno. Incapaci di urlare o agire. Immobili e soli. La peggiore di tutte le prigioni, mai concepite.
"Ho una proposta per Voi, Vittoriose Schiere Celesti..." Lucifero sentì la propria anima morire quando quelle parole uscirono dalla sua bocca. In un singolo istante condivise tutto il Tormento che i Caduti stavano patendo nell'Abisso, tutto nello stesso istante. Desiderò morire, perché in quel momento lui moriva già dentro. Pregò che nessuno potesse sentire quelle parole. Ma la sua scelta ancora una volta era davanti a lui. Non desiderava tornare indietro.
L'espressione di Michele mutò, diventando imperscrutabile. Con un gesto annoiato gli fece cenno di continuare, concedendo mal simulata pietà al nemico vinto. "Continua miserevole Caduto. Ascoltiamo.. la tua.... Supplica... nella nostra infinita Clemenza.".
Lucifero tremò. Desiderò forgiare le sue esperienze, dal Grande Dibattito, alla Caduta, i ricordi e le immagini allucinanti delle Ere delle Atrocità, il suo amore per l'Uomo, quello per i suoi fratelli e sorelle in un unica Lama forgiata con l'Anima e la sua Esistenza. Sognò con essa idi trafiggere implacabilmente l'amato fratello che l'aveva ripudiato fino dall'Alba dei Tempi. Tutto avrebbe cancellato per avere la possibilità di dare a Michele quello che meritava, tutto tranne un solo singolo luminoso sentimento, tanto profondo e doloroso, e di cui non era in grado di separarsi fino al suo ultimo istante. Sentì che le energie erano sufficienti. Non avrebbe vinto, ma tutti gli Elohim, i Malhim avrebbero capito lo spirito di cui fosse ancora capace il Primo fra Tutti. Il pensiero balenò nei suoi occhi. Michele estasiato da quello sguardo di sfida, schierò all'istante una barriera impenetrabile di Malhim, che si frapposero fra i due Angeli Superiori. Lucifero chiuse gli occhi, e per la prima volta davanti alle Schiere Celesti pianse, senza smettere di parlare.
"Io sono il fautore e unico vero responsabile della Caduta. Sono il detrattore primo del Gran Dibattito. Sono l'unico che ha motivato ed alimentato la Rivolta. Sono l'unico e solo che ha rovinato... l'Uomo... Sono il solo che ha fatto precipitare l'Eden... Sono l'unica causa della prima vera Morte tra gli Elohim e gli Uomini. Sono soltanto io che ho distrutto il paradiso terrestre e contaminato la Terra in fiore con questa orrenda e sanguinosa Guerra. Io e soltanto io ho scatenato i miei arciduchi, i capi delle Legioni, contro di voi, lasciando che distruggessero ogni cosa al loro passaggio. Solo a causa del mio comando è successo tutto questo. Io solo, sono stato cagione ultima della punizione.... giusta e.... meritata.... su di noi. Davanti a Voi tutti, davanti a voi Possenti Malhim privi di volto e Celeste nome, davanti al Supremo ed Invincibile Volere, vi porgo la mia ultima e unica supplica. Vi imploro, per la vostra infinita saggezza e clemenza, grazia per i miei fratelli e sorelle intrappolati dentro l'Abisso. Per tutti loro. Che venga data loro la possibilità di essere sollevati dalla punizione eterna dentro il Vuoto. Non chiedo niente di impossibile, non chiedo salvezza per loro... anche l'Annichilimento piuttosto, ma sottraeteli all'Abisso, vi scongiuro..." implorò con lacrime colme di dolore la Stella del Mattino. Il dolore che sconvolgeva il suo animo era la profonda convinzione in quello che aveva appena testimoniato davanti alla Schiera Celeste.
Michele scoppiò in una fragorosa risata, talmente tanto oscura da far girare la guardia di Malhim cinta attorno a lui, stupiti a loro volta. L'estate sbocciò. I fiori si bruciarono per il Sole e la furia degli elementi, sotto uno stupendo e terribile cielo azzurro, privo completamente di nuvole. "Lucifero, sai bene che quello che chiedi è impossibile. La nostra infinita clemenza l'abbiamo già mostrata, ascoltando la tua patetica supplica.." rispose l'Arcangelo mimando il tono del suo Ex Generale. Un sorriso malinconico puntualizzò il suo discorso, vestito dallo scherno più impalpabile.
"Non ho finito Michele... Davanti a tutti loro, abiurerò la mia Fede, il mio Credo, le mie Scelte, anche l'Uomo e il mio Amore per lui. Mi inchinerò davanti al Volere supremo. Senza condizioni. Sarò la Vostra e Sua pedina. Vi assicurò che molti Caduti odiandomi e sentendosi perduti, preferiranno alla fierezza del resistere nell'Abisso, l'Annichilimento o la Riconciliazione. Usatemi come meglio credete. E dopo uccidetemi, dannatemi pure dentro L'Abisso da solo. Ma vi imploro, per l'Amore che abbiamo sempre condiviso dentro di noi... Salvateli dalla dannazione eterna. Non fatelo per me, fatelo solamente per voi, per essere migliori di noi, che abbiamo sbagliato, che ci siamo ridotti in catene, sconfitti ed umiliati per le nostre scelte... vi prego... vi imploro, fratelli miei mai dimenticati..." alzò un'ultima volta lo sguardo verso il cielo, ma questa volta senza nemmeno una traccia di superbia o di orgoglio nei suoi occhi, solo pietà e un'unica implorante richiesta.
- Ascoltami Creatore, distruggi la mia immagine, fa di me il tuo strumento per annichilire la forza che ho infuso nei Caduti, ma salva i tuoi amati, fallo per quello che erano, per quello che hanno idealmente sperato di ottenere, fallo e disponi di me e anche delle mie scelte. Io non sarò mai più contro di Te od il Tuo Volere, mai più. Mi rimetto al tuo Giudizio.. Io... ho....sbagliato..... -
Il cielo sereno venne sconvolto da un singolo tuono. La luce vibrò ancora più radiosa di prima. I Malhim si prostrarono. Un singolo raggio di luce colpì la fronte di Michele, accendendo in lui un sorriso tanto bello quanto terribile. Il Volere era manifesto.
"Ecco il Volere Assoluto. Gioisci Caduto... Stella del Mattino... Tu non seguirai la tua schiera di rinnegati e sconfitti. L'Abisso non sarà la tua casa. Loro avranno modo di comprendere ugualmente quanto sia grande e irrimediabile il loro errore... rimanendo imprigionati fino alla fine dei tempi nella loro prigione! Per te, il Destino non riserva una così facile via di uscita. La tua punizione è appena cominciata." Michele rinfoderò la Spada Infuocata lentamente assaggiando lo sguardo impotente e disperato di Lucifero. Girò la schiena e le Ali spiccando il volo con la sua Guardia personale. Tutta l'armata della Schiera Celeste scomparve in meno di un battito d'ali.
Scese la notte. Scese il buio.
L'Abisso si richiuse.
Lucifero urlò, solo sulle macerie della sua Capitale e sulle macerie dei suoi fratelli e sorelle. Urlò fino ad impazzire.
Solo.

Alessandro Sidoti

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