lunedì 4 giugno 2007

Emma

“Ma dove siaaaamooo??” disse sguaiatamente, nel mezzo di uno sbadiglio, la grassa signora accanto al finestrino.
“Siamo quasi arrivati” rispose a presa di giro una delle sconosciute sedute di fronte.
“Oddio, allora devo scendere!”
In un sisma di gocce di sudore e vestiti madidi la signora si alzò facendo leva con le braccia. Le caviglie strabordavano da un improbabile decolleté e, nonostante un pesante trucco ormai quasi sciolto, colante, era evidente il tentativo mal riuscito di nascondere la sua vera età.
I capelli, tinti di fresco, si abbracciavano a ciocche per l’umidità.
Anche i fiorellini del vestito parevano appassire.
Urtando ginocchia, teste e qualsiasi altra cosa ad altezza natica la signora guadagnò il corridoio, proprio mentre il treno stava frenando. L’inerzia della frenata la spinse di qualche metro, mentre una scia di sudore rimaneva impressa sul finestrino.
Finita l’inerzia l’impresa fu ardua. Furono d’impaccio anche una valigia lasciata inopinatamente nel mezzo e il suo padrone, momentaneamente chiuso in bagno.
Purtroppo per il proprietario la valigia non era rigida, e la signora si domandò cosa potesse essere quell’oggetto che stava scricchiolando sotto i suoi piedi.
Finalmente l’uscita!
Il treno era fermo e improvvisamente si rese conto.....
Aprì la porta, affacciandosi, e per fortuna la stazione era quella giusta. Orario perfetto.
Cercò decisamente qualcuno che parve riconoscere in un giovanotto sulla trentina; jeans e camicia bianca.
“Marco”, chiamò.
Il ragazzo si avvicinò ed aiutò quella colata di carne fradicia a scendere gli scalini.
“Tu sei Marco, vero? Io sono Emma”
“No signora, mi chiamo Stefano” e se ne andò.
Emma rimase seduta all’ombra della pensilina per molte ore, prima di prendere un altro treno per tornarsene a casa.
Marco, andandosene, pensò che non avrebbe mai più accettato appuntamenti con donne conosciute via internet e mai viste prima.

Pierluigi Rossi
Input: Signora grassa, treno, valigia......

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